Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, Milano, 26 ottobre h 15.45
Donne e uomini della ricerca, della cultura e de sapere si incontrano in vista del referendum per dire i loro
479 Sì
La riforma costituzionale, votata dal Parlamento seguendo le procedure fissate dalla Costituzione per le modifiche che essa
stessa prevedeva possibili, sarà sottoposta a un referendum al quale vogliamo dare un contributo anche noi, donne e uomini
di diverse generazioni, attivi in patria e nel mondo, che hanno fatto dello studio, della scienza, della ricerca o dell’arte la loro
professione.
Fin da questo inizio d’una discussione che si protrarrà nel tempo vogliamo dire il nostro rispetto per i giuristi e i
costituzionalisti nostri colleghi che hanno spiegato le ragioni del loro no alla riforma. Noi non ci riconosciamo in quell’appello,
ma crediamo che coloro che lo hanno sottoscritto – sia quelli che sono stati partecipi dei molti tentativi di riforma falliti, sia
quelli convinti che sia bene non toccare gli articoli della Costituzione ora novellati dalle Camere – abbiano a cuore i principi
e le istituzioni democratiche a cui la Costituzione ha dato fondamento e respiro in questi settant’anni.
Sono gli stessi principi e istituzioni democratiche che noi intendiamo difendere e promuovere col nostro sì.
Infatti, alla pari degli altri nostri colleghi che hanno già argomentato, nei giorni scorsi, il loro giudizio positivo sulla riforma,
abbiamo maturato la scelta di votare sì alla consultazione referendaria, perché siamo convinti, che proprio gli interventi
introdotti dalla riforma – soprattutto quelli volti a sveltire il processo legislativo e a dare una rappresentanza più effettiva alle
autonomie locali – possano rafforzare la Costituzione e contribuire a ricentrare sulla Costituzione il futuro politico del Paese.
Voteremo sì e chiediamo di votare sì al referendum proprio perché siamo convinti che la Costituzione abbia bisogno di essere
difesa e valorizzata: non fossilizzandola, ma modificandone, quando necessario e nella piena adesione alle procedure stabilite
con lungimiranza dalle madri e dai padri costituenti, ciò che serve a dare ancor più forti garanzie all’impianto sostanziale di
diritti e doveri che essa fonda.
La Costituzione italiana è stata minacciata più volte nei sette decenni che ci separano dall’elezione della Costituente: i terrorismi,
le pulsioni autoritarie, i tentativi di sventrarne i principi, hanno attentato senza successo alla sua solidità nella coscienza del
paese. Ma ci pare sia stata non di meno pericolosa anche l’impotenza manifestata lungo i decenni nei quali costituzionalisti e
parlamentari non riuscivano a trovare gli strumenti necessari a modificare istituti superabili, come il bicameralismo perfetto,
e a introdurre strumenti di rappresentanza e di ammodernamento che già i Costituenti ritenevano ineludibili.
Desideriamo dunque manifestare pubblicamente che diremo sì alla riforma per amore della Costituzione.
Un sì che ritiene la riforma perfettibile, ma come tale necessaria e utile per un periodo non breve, alla stabilità delle nostra
democrazia. Un sì che è consapevole del fatto che la decisione a cui saremo chiamati non è un giudizio sull’esecutivo, ma l’atto
che permetterà ai governi del paese di agire con l’efficacia richiesta da tempi gravi come quelli stiamo attraversando. Un sì che
ci permette di esprimere con ragionevolezza, equanimità e misura, opinioni che speriamo possano convincere le concittadine
e i concittadini di opposto avviso, in una campagna che non vogliamo si riduca ad un duello di tifoserie, ma che riteniamo
possa diventare dialogo e dibattito all’altezza dell’appuntamento storico-politico che ci attende e dal quale il patriottismo
costituzionale del paese e l’unità nazionale usciranno rafforzati.
Un “pacato sì” al referendum sulla riforma costituzionale è espresso in queste righe
dalle donne e dagli uomini dello studio, della scienza, della ricerca e dell’arte
Le colleghe e i colleghi che vogliano aderire possono scrivere
con un documento allegato a adesionialsi@gmail.com